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17 milioni come gratifica natalizia

La Cape ha erogato la cartella natalizia a oltre 19mila lavoratori, liquidando così il periodo aprile-settembre 2022, per un importo che si aggira sui 17.577.700 euro.

Queste quote, versate mensilmente alla Cassa edile a copertura di gratifica natalizia e ferie (Gnf) da 3.076 imprese, sono state distribuite agli operai per l’85% a mezzo bonifico bancario e per il 15% tramite bonifico domiciliato riscuotibile dai beneficiari negli uffici postali del territorio. La gestione diretta dei versamenti da parte della Cassa edile ha un duplice vantaggio: da un lato garantisce la corretta applicazione contrattuale verso i dipendenti, perché permette di avere la certezza che le retribuzioni ultramensili vengano percepite da ogni lavoratore iscritto, e dall’altro lato funge da contrasto alla concorrenza sleale, in quanto garantisce parità di costo del personale fra tutte le imprese concorrenti.

Le quote erogate sono aumentate anche in relazione al trend di crescita registrato dal settore edile bresciano. Secondo i dati ricavati da Cassa edile c’è stato un incremento dei salari 2022 del 14,50 %, che ha innalzato la massa salariale fino a raggiungere gli attuali 238,5 milioni (+ 80 milioni nel biennio). In aggiunta si segnala una crescita del 12,50% rispetto al 2021 degli operai transitati per un totale di 25.945. Aumentano anche le imprese che raggiungono quota 3.452. Interessante il dato riferito al numero di imprese iscrittesi per la prima volta in Cassa Edile, che sono 666 nell’anno rispetto alle 564 del 2021. Questo elemento, positivo, conferma, da un lato, la buona salute del mercato e, dall’altro, fa ben sperare sulla capacità di Cape di essere percepita, anche dai nuovi imprenditori, come centrale per il buon andamento del settore.

L’analisi più approfondita dei dati consegnati fa emergere, però, come, all’interno del comparto edile, si registrino fattori fra loro contrastanti. Nell’ultimo periodo del 2022, infatti, si nota come l’andamento della massa salariale abbia subito, dalla primavera 2022 sino ad oggi, un’improvvisa e inaspettata frenata, che ha comportato un dato finale dell’anno meno positivo di quello che avrebbe potuto aspettarsi esaminando gli stessi dati solo sei mesi prima. Segnali di avvisaglia delle preoccupazioni che allarmano le imprese come probabili conseguenze delle questioni tutt’ora irrisolte quali il mercato dei crediti incagliati, l’aumento dei costi delle materie prime e dell’energia e, non per ultimo, una partenza dei cantieri del Pnrr più lenta del previsto. Sebbene lo sguardo sui dati dell’esercizio 2023, relativi alle prime denunce di ottobre 2022, al momento, come dichiarato dall’ente in un bilancio delle previsioni per il prossimo anno, non evidenzia ancora i segnali di calo degli indicatori occupazionali, una lettura più puntuale della salute del settore sarà possibile solo nella consegna dei risultati del primo semestre.

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